Il cancro ovarico è un tumore relativamente frequente, con un’ incidenza annua stimata di 40 casi ogni 100.000 donne al di sopra di 50 anni.
Sfortunatamente nel 75-80% dei casi viene diagnosticato in stadi avanzati, ovvero quando la malattia è diffusa alla cavità addominale e/o interessa altri organi, per cui si raccomanda una chirurgia il più radicale possibile: le possibilità di guarigione nei casi avanzati dipende dalla “bontà” della prima chirurgia seguita dall’efficace chemioterapia adiuvante.
La diagnosi precoce è difficile poiché i sintomi sono aspecifici, come ad esempio senso di sazietà precoce, gonfiore addominale, nausea e vomito, irregolarità della defecazione, dolori addominali e pelvici e calo ponderale.
Nelle donne in età fertile il cancro ovarico è più raro, i tumori più frequenti sono diversi all’esame istologico rispetto al carcinoma ovarico tipico dell’età peri- e post-menopausale, vengono generalmente diagnosticati in stadi iniziali di malattia ed hanno un andamento meno aggressivo.
Non sono ancora state del tutto chiarite le cause determinanti l’insorgenza del cancro ovarico ma sono stati evidenziati alcuni fattori di rischio e protettivi.
In particolare, è dimostrata un’ incidenza inferiore tra le donne che hanno avuto figli ed in coloro che hanno utilizzato contraccettivi orali. La possibile protezione dal tumore ovarico utilizzando altri farmaci è ancora oggetto di studio.
E’ molto evidente un elevato rischio di tumore ovarico tra le donne con una forte storia familiare o che presentano mutazioni genetiche note. In questi gruppi di donne non vi sono stati risultati incoraggianti, in termini ottenimento di diagnosi precoce, riguardo l’utilizzo, come metodo di screening, di ecografie pelviche transvaginali seriate più o meno associate al dosaggio periodico nel sangue del Ca125, il marcatore tumorale più frequentemente correlato al cancro ovarico, ma anche all’endometriosi. In queste pazienti con mutazioni genetiche note, correlate ad alto rischio di sviluppare il cancro ovarico, è raccomandata la rimozione di entrambe le ovaie e le tube (annessiectomia profilattica) non appena si concluda l’eventuale desiderio di prole. In generale si raccomanda la rimozione delle tube in tutti i casi si debba procedere ad un’intervento ginecologico in donne in menopausa, poiché oltre il 90% dei tumori ovarici nascono dalle tube.
Ad oggi non è disponibile una metodica di screening per il cancro ovarico e sono in via di definizione quelle lesioni precursore dalle quali deriverebbero i tumori.
Seppur non possediamo ancora metodologie diagnostiche adeguate per la diagnosi, è raccomandato non sottovalutare sintomi persistenti, seppur aspecifici, rivolgendosi al medico di medicina generale ed al ginecologo per procedere ad analisi cliniche appropriate. Utile una consultazione all’anno con l’effettuazione di una buona ecografia transvaginale.
Prof. Danilo Dodero
Il Prof. Dodero è Direttore S.C. Ostetricia e Ginecologia A.S.L. 4 “Chiaverese” di Lavagna (Genova) e Professore di Chirurgia Ricostruttiva Vaginale Pelvica presso l'Università di Genova.
Contatti: Tel. 010/3531284|Cel.348/3369827|Mail: danilo.dodero@fastwebnet.it
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